Taranto, Puglia, Italia

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Stenosi Carotidea

I vasi epiaortici che irrorano il tessuto cerebrale sono le arterie carotidi e le arterie vertebrali. Sia le arterie carotidi che le arterie vertebrali trasportano il sangue ossigenato proveniente dal cuore al tessuto encefalico ed alle strutture facciali.

L’encefalo è estremamente sensibile alle modificazioni dell’apporto vascolare di ossigeno, tanto che un’interruzione della circolazione per pochi secondi determina uno stato di incoscienza, mentre dopo pochi minuti i danni cerebrali risulteranno permanenti.

Le arterie carotidi hanno pareti lisce e flessibili. Un processo chiamato aterosclerosi irrigidisce le pareti e determina la formazione di placche ateromasiche, che, aumentando di volume, possono diventare causa di un apporto insufficiente di sangue al tessuto cerebrale.

Le placche ateromasiche si formano soprattutto alla biforcazione che divide l’arteria carotide comune in carotide interna ed esterna. 

Lo sviluppo lento della placca ateromasica e della riduzione di flusso spesso passa asintomatico, a meno che non insorgano sintomi neurologi più o meno gravi, quali l’attacco ischemico transitorio (TIA) o l’ictus cerebrale.

Diagnosi:

L’esame Eco color Doppler dei vasi del collo permette una valutazione accurata dello stato di parete e della presenza di placca associata o meno a riduzione del flusso sanguigno o ad alterazioni morfologiche della stessa placca (causa di malattia tromboembolica).

E’ consigliabile far eseguire l’esame Eco color Doppler al radiologo interventista che si occuperà dell’eventuale intervento di stenting/angioplastica.

Gli esami Angio-TC e/o Angio-RM sono utilizzati per lo studio del decorso dei vasi dall’arco aortico fino ai vasi intracranici, per completare lo studio di placca e per la valutazione del tessuto cerebrale, preliminare al trattamento.

Trattamento:

Il primo intervento è sempre la correzione dei fattori di rischio come l’ipertensione arteriosa, il fumo ed i livelli di lipoproteine (colesterolo e trigliceridi), il diabete, l’obesità e l’inattività fisica.

In caso di stenosi non emodinamicamente significativa,

I farmaci come antiaggreganti piastrinici, antipertensivi e statine (che riducono i livelli di colesterolo e rimodellano la placca ateromasica) possono essere associati al controllo dei fattori di rischio a seconda delle indicazioni del medico.

In caso di stenosi emodinamicamente significativa e di placca ateromasica instabile può essere necessario l’intervento.

Si distingue l’intervento mininvasivo endovascolare di stenting ed angioplastica carotidea eseguito dal radiologo interventista dall’intervento classico di endoarteriectomia carotidea.

  • Stenting ed angioplastica carotidea. Dopo aver eseguito accesso arterioso femorale o radiale, si navigano i vasi fino alla carotide stenotica. Si posiziona, quindi, un filtro distale utile a ridurre la possibilità di embolizzazione distale da eventuali detriti che possono staccarsi dalla placca durante la procedura. Si può procedere, quindi, all’apertura dello stent carotideo e successiva angioplastica intrastent per allargare eventuali stenosi residue. In caso di stenosi serrata si può eseguire una predilatazione prima del posizionamento dello stent. Il posizionamento dello stent carotideo è una procedura meno invasiva rispetto all’endoarteriectomia carotidea, in quanto non comporta incisione al collo.
  • L’endoarteriectomia carotidea è il trattamento più comune per rimuovere l’ateroma in presenza di un grave quadro clinico. L’intervento viene eseguito in anestesia generale. Dopo aver effettuato un’incisione lungo la parte anteriore del collo, il chirurgo apre l’arteria carotide colpita e rimuove la placca ateromatosa. L’arteria viene riparata con punti di sutura o, preferibilmente, con un innesto.