Taranto, Puglia, Italia

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Malformazioni artero-venose

Le malformazioni arterovenose cerebrali (MAV) sono anomalie vascolari rare del sistema sanguigno nel cervello, in cui le arterie (che portano il sangue dal cuore al cervello) e le vene (che riportano il sangue al cuore) si connettono in modo anomalo, formando un groviglio di vasi sanguigni.

In termini più semplici, puoi immaginare una MAV come una sorta di “incrocio stradale” sbagliato nel sistema di trasporto del sangue nel cervello, dove le arterie e le vene non seguono il normale percorso e si collegano in modo irregolare.

Quanto alla classificazione, le MAV possono essere suddivise in base a diversi criteri, ma una delle classificazioni comuni è la classificazione di Spetzler-Martin, che tiene conto di tre fattori principali:

  1. Dimensione:
    • Piccola: Meno di 3 centimetri (1 punto)
    • Media: Da 3 a 6 centimetri (2 punti)
    • Grande: Oltre 6 centimetri (3 punti)
  2. Drenaggio venoso:
    • Superficiale (0 punti)
    • Profondo (1 punto)
  3. Coinvolgimento delle aree eloquenti:
    • Assente (0 punti)
    • Presente (1 punto)

La somma totale dei punti determina la classe della MAV e aiuta a stimare il rischio chirurgico. Classi più basse indicano MAV più piccole e meno rischiose, mentre classi più alte indicano MAV più grandi e potenzialmente più rischiose.

Lo studio ARUBA (A Randomized trial of Unruptured Brain Arteriovenous malformations) è uno studio clinico randomizzato che ha investigato il trattamento delle malformazioni arterovenose (MAV) non rotte, ovvero quelle che non hanno causato emorragie cerebrali. L’obiettivo dello studio era confrontare il rischio di ictus o morte tra pazienti che ricevevano il trattamento delle MAV e coloro che venivano gestiti in modo conservativo senza intervento.

Lo studio ARUBA ha suggerito che il trattamento delle MAV non rotte con interventi come la chirurgia o la radioterapia potrebbe comportare un rischio più elevato di ictus o morte rispetto a non trattarle e gestirle in modo conservativo. Di conseguenza, la gestione conservativa è stata suggerita come opzione preferita per le MAV non rotte in alcuni casi, specialmente se non presentano sintomi o complicanze.

Il trattamento delle malformazioni arterovenose cerebrali (MAV) rotte è solitamente più urgente e mira a prevenire o gestire le conseguenze dell’emorragia cerebrale associata. Quando una MAV è rotta, il sangue può fuoriuscire nei tessuti cerebrali circostanti, causando danni e aumentando il rischio di complicanze gravi, come ictus o edema cerebrale.

In presenza di MAV rotte, gli interventi tendono a concentrarsi sulla chiusura dei punti di fragilità o sul trattamento di anomalie specifiche che potrebbero contribuire all’emorragia. Ad esempio, se ci sono pseudoaneurismi o stenosi venose che possono favorire la rottura della MAV, questi possono essere trattati chirurgicamente o mediante tecniche di neuroradiologia interventistica.

L’approccio al trattamento delle MAV rotte è spesso personalizzato in base alle caratteristiche specifiche della malformazione e alle condizioni cliniche del paziente. Il coinvolgimento di un team multidisciplinare di specialisti, tra cui neurologi, neurochirurghi e neuroradiologi, è fondamentale per valutare la situazione in modo approfondito e decidere la strategia di trattamento più appropriata.